Le scuole di alta specializzazione post laurea affrontano le nuove sfide puntando con forza su digitalizzazione, internazionalizzazione e flessibilità. Tre direttrici vincenti sulle quali si sono focalizzate le principali business school italiane per guardare al loro futuro e per fronteggiare la concorrenza dei competitor asiatici, oggi sempre più invadente. È quanto emerge dai risultati del ranking annuale, pubblicato dalla rivista Espansione e giunto ormai alla decima edizione, che delinea una situazione generale del mercato nazionale, in parte ancora incerta, ma nella quale si intravedono finalmente dei segnali di ripresa. Saper interpretare e comprendere realtà aziendali complesse, sviluppare duttilità e capacità di adattamento e saper essere reattivi in tempi rapidi a mutamenti drammatici di mercato e di scenario, sono diventate quindi caratteristiche sempre più fondamentali per un manager, fortemente richieste dalle aziende medio/grandi e che dunque, vengono delineate dalle business school più attrezzate, adeguate ed efficaci.
Secondo William Griffini, CEO di Carter & Benson, la crisi ha portato maggiore consapevolezza. Infatti, la fisiologia del manager è stata profondamente modificata dalla crisi degli ultimi anni. Il manager è più cosciente della partecipazione al risultato e più consapevole del rischio del ruolo in caso di mancanza di performance. Forte project orientation, motivazione a ruolo ed azienda, coinvolgimento su company results and targets e coerenza personale e professionale con il ruolo ricercato, rappresentano le caratteristiche imprescindibili che deve possedere un manager affinché un Head Hunter lo ritenga valido. L’esperienza di un MBA in una Business School post laurea dà sicuramente valore aggiunto al candidato. Un Mba in realtà come ad esempio l’Insead (all’estero), Sda Bocconi, Alma, Luiss, crea un’abitudine ed una metodologia di lavoro più aperta alla valutazione di problemi ed opportunità di un’impresa e non solo della funzione. Dà più apertura imprenditoriale e sensibilità ai risultati all’interno di un insieme e non di una singola prestazione. Contribuisce a creare un profilo più ricco, aperto e competitivo.
La classifica
La Sda Bocconi e a breve distanza il Mip, si impongono nettamente anche quest’anno quali migliori della classifica e in salita nei parametri, mentre la Luiss rimane stabile al terzo posto e non si smarca l’ex aequo tra Fondazione Cuoa e la Scuola di Palo Alto, le due business school che nell’inchiesta sono risultate dopo i primi tre mostri sacri tra le più sensibili alle tematiche della flessibilità e dell’innovazione. Ma restano anche stabili rispetto al 2014, le altre realtà in classifica dato che quindi, denota, come si stiano muovendo nella direzione giusta, innovando e ampliando i programmi, stringendo collaborazioni e puntando su un rapporto più stretto con le imprese, oltre che internazionalizzando.