L’intelligenza artificiale nel mondo HR

intelligenza artificiale

Una risorsa da considerare come una valida alleata o una “minaccia”? L’intelligenza artificiale sta entrando sempre di più nella vita, lavorativa e non, di tutti e siamo davanti ad un aumento sempre più frequente di tools basati su questa tecnologia. Stiamo vivendo un boom del settore con lo sviluppo repentino di molte applicazioni, strumenti per creare copy, testi e video pensati per semplificare e supportare il lavoro umano soprattutto in quelle mansioni più ripetitive e pratiche. Tecnologie che interessano anche il settore delle risorse umane e che comportano non pochi dubbi, preoccupazioni e domande.

Ma che impatto ha davvero l’intelligenza artificiale nel mondo HR?

Un tema complesso che abbiamo affrontato con Lorenzo Bassi, partner di Carter & Benson.

Assistiamo ad un continuo lancio di tools basati sull’intelligenza artificiale che dovrebbero rendere più snelle alcune operazioni e far risparmiare tempo e denaro, come si sta vivendo tutta questa innovazione nel mondo delle risorse umane?

“Sì, sono sempre di più gli strumenti legati all’intelligenza artificiale presenti sul mercato, molti di questi vengono utilizzati anche per la ricerca nell’ambito delle risorse umane. Queste tecnologie, come accade in altri settori, si stanno integrando velocemente anche nel mondo HR. Quello che vediamo oggi è che i principali ambiti di utilizzo sono quelli più operativi, come, per esempio, lo screening dei curricula oppure la parte legata al talent development per analizzare quindi le performance dei candidati e seguirne l’evoluzione in azienda”.

La crescita rapida di questi sistemi va di pari passo con la necessità di essere sempre aggiornati e formati per poter utilizzare questi strumenti. La tecnologia che anche nel mondo HR è sempre più presente è da considerare una valida risorsa o un problema?

“A livello tecnologico si sta assistendo ad un’evoluzione molto veloce, ma nonostante questo non credo che le cose cambino nell’immediato. L’aspetto più interessante, a mio parere, è che l’intelligenza artificiale ci solleva da quelle mansioni più operative e meno di concetto, permettendoci di avere più tempo da investire in quelle attività a maggior valore aggiunto.

Oggi il tasso di utilizzo di questi strumenti nelle aziende è ancora molto basso, credo ci voglia ancora molto tempo per far sì che nell’ambito lavorativo queste tecnologie prendano veramente piede. Il tema però non è se valga la pena integrare o no l’intelligenza artificiale nei flussi di lavoro, il punto sta nell’utilizzare al meglio questi strumenti e nell’essere formati e informati nel modo corretto per poter trarre da questi tools il massimo per rispondere alle necessità di ogni azienda e settore. Credo che nel mondo della ricerca e selezione l’intelligenza artificiale, se usata correttamente, sia una risorsa fondamentale per agevolare il lavoro nelle prime fasi di selezione. L’intervista e gli aspetti più legati all’empatia invece rimarranno sempre gestite dagli esseri umani com’è giusto che sia”.