Il settore farmaceutico nell’era del Covid

Il lockdown ha impattato significativamente sul settore farmaceutico e medtech, che oggi sta vivendo un momento particolarmente delicato e allo stesso tempo decisivo. Ne parlano Laura Bruno – ‎HR Head Sanofi Italia e Simona Cremascoli Partner di Carter & Benson e IMD Board Member.

 

La pandemia ci ha messo di fronte a una inaspettata realtà

Simona Cremascoli – Le aziende farmaceutiche vivono situazioni di grande complessità. I costi della pandemia hanno appesantito i bilanci sanitari mettendo a rischio gli investimenti in ricerca e sviluppo e le sperimentazioni farmacologiche per trattamenti non correlati al Covid. Si assiste purtroppo a clamorosi ritardi di diagnosi e visite mediche, e si prospetta un futuro nel quale ricorrere alla telemedicina, non solo come strumento di comunicazione in fase di emergenza, ma come asset da integrare in modo stabile nella gestione dell’assistenza e della cura delle malattie croniche. Problematiche e opportunità inedite. Le parole d’ordine sono evolvere e innovare.

 

Quali sono le leve di sviluppo nel settore farmaceutico?

Laura Bruno – Il nostro settore sta attraversando un periodo di profondo cambiamento, acuito dalla pandemia che ha sottolineato la necessità di focalizzarsi su alcuni aspetti di vitale importanza. In primis l’esigenza di ottimizzare i processi perché la filiera sia più performante a tutti i livelli, dalla ricerca alla produzione, dalla distribuzione alla vendita, dal marketing alla comunicazione verso il Trade e verso il cittadino.

Qui gioca un ruolo importantissimo la digitalizzazione, processo che non ha certo preso avvio oggi, ma che in questo periodo ha visto un’accelerazione senza precedenti. La digitalizzazione è un cambio di passo, è la possibilità di aumentare la produttività, sfruttare più appieno l’intero portfolio, migliorare la customer experience, lavorare sulla ricerca e la condivisione delle informazioni e la loro fruizione, che diventa più immediata, trasparente e sicura e. Un esempio è il Remote detailing che permette ai nostri informatori scientifici di porsi in modo più flessibile e potenzialmente più veloce e immediato ai loro interlocutori personalizzando  la comunicazione e aumentando le opportunità  di condividere o monitorare dati utili alla loro attività.

Un altro aspetto balzato agli onori delle cronache e che richiede una profonda riflessione è la necessità di implementare la ricerca farmaceutica, unica strada per lo sviluppo non solo delle nostre imprese italiane ma anche della società civile. Questa pandemia, infatti, ci ha insegnato che investire in ricerca significa garantire più salute, autonomia e di conseguenza benessere a un Paese.

Innovazione, sfida, risultati. La struttura organizzativa è fondamentale per affrontare il cambiamento. Come vi state muovendo?

Laura Bruno – L’evoluzione richiede un lavoro attento di riorganizzazione delle risorse umane. Da una parte lo sviluppo di nuove e differenti competenze per rispondere alle esigenze del cambiamento tecnologico e dell’accelerazione verso la digitalizzazione. Dall’altra un cambio di mindset per riportare l’attenzione sulle persone e sull’ascolto dei loro bisogni. Questo periodo, infatti, ci ha abituato a un lavoro agile nel vero senso della parola e a una leadership che esce dalla logica del Command and control per andare verso un rapporto più profondamente basato sul dialogo, l’ascolto attivo e la fiducia. Cambiano gli equilibri dei team e si punta ad accrescere autonomia, consapevolezza e responsabilità del singolo. Ognuno organizza le proprie attività in modo da rispettare priorità e scadenze, ma ottimizzando il proprio tempo nell’ottica di un equilibrio che garantisca la serenità indispensabile al raggiungimento degli obiettivi e al mantenimento della produttività individuale.

Il wellbeing un asset vincente

Simona Cremascoli – In Carter & Benson il wellbeing è stato costruito proprio intorno a fiducia e responsabilità, due valori sui quali tutti, a partire dai dirigenti a scendere, abbiamo lavorato molto. Uno stile aziendale che condividiamo e si sviluppa con diverse iniziative a favore del bilanciamento vita-lavoro. Smart working, tempo per lo sport, una settimana di 32 ore lavorative e il supporto verso una corretta alimentazione, sono oggi una realtà in Carter & Benson. Il tutto riverbera positivamente sulle persone che si sentono maggiormente gratificate da un punto di vista individuale, ma è anche molto stimolante in termini professionali. Questo crea maggior motivazione e favorisce un clima di coesione e collaborazione tra le persone che fa bene anche all’azienda.

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